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Il Messaggero di Sant'Antonio, Febbraio 2006

Ritorno al Paradiso
Tra Bolivia e Brasile, Bruno Cisamolo ha trovato il suo Eden

Imprenditore con il gusto per l'avventura, quest'italiano indomito ha inseguito il mito del selvaggio nella foresta amazzonica. La sua storia, condivisa con Stefania, è diventata un libro.

Di Massimo Boccaletti
 
Torino
È stato presentato, al celebre Caffè Fiorio di Torino - previa introduzione di Anna Maria Pensato, Presidente dell'Associazione Torino in Europa, e promotrice dell'evento - un insolito volume scritto ed edito da un autore altrettanto singolare. Paradisi di ieri, questo il titolo, è l'affascinante reportage di una vita spesa nel cuore della giungla amazzonica, a cavallo fra il Brasile e la Bolivia, da Bruno Cisamolo, avventuroso imprenditore alla ricerca del «Paradiso di ieri» nella foresta più selvaggia e inospitale della terra. Vicepresidente dell'Associazione per il Gemellaggio tra Colonia e Torino, membro influente della comunità italiana nella città tedesca, l'autore gestisce in Germania un'avviata attività commerciale nell'ambito delle forniture alla ristorazione. Ma alle spalle vanta un'esperienza unica come ganadero, cioè come allevatore, per una quindicina di anni nel cuore della Bolivia più recondita, esperienza che ha voluto rievocare, con grande padronanza narrativa e linguaggio fluente, nel suo volume e nel corso della serata torinese rispondendo alle domande dei giornalisti con il corredo di una serie di diaposiotive di grande suggestione.
Se Rudyard Kipling, il grande scrittore inglese di origine indiana, dice che gli uomini si dividono in due categorie: quelli che stanno a casa e quelli che non ci stanno, ebbene Cisamolo certamente appartiene alla seconda. Prima dell'avventura sudamericana, la sua «casa», per dirla così, era una vita ricca di comodità, quale può essere quella di un agiato costruttore di stabilimenti alimentari con un forte senso dell'avventura, soddisfatto in parte con viaggi in tutto il mondo e dal trasferimento in Kenya dove ha abitato per una dozzina d'anni. «Eppure - confida - mi mancava qualcosa». Cisamolo, infatti, voleva la natura. Non quella cui spesso corrono il pensiero ed il cuore dell'uomo d'oggi, vagheggiata come un ideale, di cui si apprezzano solo gli aspetti idilliaci. Cercava una natura vera, da amare anche nelle sue espressioni più dure e inumane. Neanche quella del Kenya, addomesticata ad uso e consumo del turista, «occidentalizzata», gli bastava più. Di qui il suo gran rifiuto a quello che lui chiama il «Paradiso di oggi» ossia la sua vita da benestante in un Paese ricco di ogni comodità, per andare alla ricerca del «Paradiso di ieri» che lui scopre finalmente in un angolo di Amazzonia boliviana: intatto, selvaggio, quasi feroce. «Perché, per quanto possa ritenere di essersi adattato alle comodità, l'uomo ama ancora e profondamente quel tipo di natura», osserva l'autore.
Scritto in due lingue, italiano e tedesco, in omaggio al Paese in cui Cisamolo oggi vive, il volume - 395 pagine, 274 foto - appare quindi come l'appassionante e documentato reportage di tutti gli intuibili travagli e vicissitudini che quel «ritorno al paradiso» ha comportato. E se, come è intuibile, è stato arduo affrontare le asprezze di un ambiente ostile, costellato di paludi e infestato da insetti voracissimi, la calata nella giungla appare tuttavia meno ardua se la si osserva con lo stesso spirito indomabile ed entusiastico che permea ogni pagina del suo libro. A superare le immense difficoltà, facendo fronte ai pericoli ed alle (dis)avventure senza perdersi d'animo, assolutamente essenziale appare il fatto di aver avuto a fianco Stefania, compagna motivata, complice della grande avventura, e per la quale Cisamolo usa espressioni che ogni donna vorrebbe sentire: «Mi ha sempre sostenuto in ogni iniziativa - scrive l'autore -, ha sempre creduto in me e condiviso le mie decisioni. Stefania è un caso unico, un grande dono di Dio, venuta sicuramente dal cielo apposta per me, che nella vita non avrei potuto desiderare niente di meglio».
Al di là delle mille peripezie, le ricorrenti espressioni di ammirazione e di compiacimento dell'autore per le meraviglie dell'Amazzonia, anticipano quello che potrebbe essere visto come il leit-motiv - e la conclusione - del volume: «Quel nostro grande sogno che ci aveva portato in quel mondo assolutamente fuori dalla realtà - osserva l'autore - si è avverato in tutto e per tutto: abbiamo trovato il nostro El Dorado . . . abbiamo trovato il Paradiso».
Nel corso della serata di presentazione, Cisamolo non ha fatto mistero di sentirsi un uomo del tutto fortunato. «Perché ogni uomo ha un sogno, piccolo ogrande che sia, nel cassetto. Ma pochi, come me, possono dire di averlo realizzato».

 

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